Il nome che abbiamo dato alla nostra cantina è una sfida un pò ardimentosa agli dei che ci hanno regalato il grande dono della gioia con quel gesto bizzarro e un pò folle con cui Dioniso ci ha fatto di-vini.
Infatti. Non possono essere Savie, le Vigne. Esse rispondono all’impellenza dei giorni seguendo ritmi e regole che noi possiamo solo assecondare.
Ma quando gli uomini tentano di mettere ordine nelle cose divine succede spesso che il loro impeto razionale sconvolga il caos, matrice di tutto, e ne nascano altre cose. Questo succede agli uomini.
Remigio il fondatore, uomo di questa terra, nel disegnare vigne, nel confinare i poderi auspicò in quei lontani giorni – corre il 1980 – che le vigne degli avi vestissero l’abito della Saggezza nel conciliare gli uomini con il sole di Santo Stefano e l’aria dolcissima del monte, nell’incedere scanzonato dei colli del Valdobbiadene per fare di questo sublime disordine un insieme munifico e armonioso.
Qui giacciono le Vigne Savie. E qui con loro continuiamo a fare vino.
Per noi, Maria Teresa, Valentina, Laura e Viviana.
Per voi.